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La storia del compensato

I mobili migliorano la vita e la fruibilità umana e definiscono e ottimizzano gli spazi che li ospitano.

A partire dal Medioevo, gli artigiani che costruivano questi manufatti hanno sviluppato tecniche sempre più particolari e ingegnose per costruirli e decorarli.
Successivamente, con lo sviluppo della tecnica e grazie all’uso di nuove tecnologie e nuovi materiali, sono riusciti a renderli sempre più innovativi, confortevoli, funzionali e alla moda.

Dalla suddivisione del tronco fino ad arrivare ai tavolati più o meno sottili, con l’evoluzione, si è capito che il legno, materia viva, è troppo mobile e variabile. Le sue dimensioni si allungano, si accorciano, si muovono e si accartocciano a seconda dell’umidità, la temperatura e le condizioni atmosferiche.
Per renderlo più stabile serviva una invenzione che rendesse dei semilavorati molto più versatili, stabili e leggeri.
Fu da queste esigenze che si arrivò al compensato: siamo appena arrivati all’era industriale.

Leggero e resistente, fu considerato da subito (e anche a torto) un prodotto economico e per questo, spesso snobbato come lontano surrogato povero del legno.

In realtà questo materiale sembra avere una storia molto più antica, forse inventato nell’antico Egitto (un esempio di cassone in compensato a sei strati è stato ritrovato nella piramide a gradoni di Saqquara), il compensato diventa particolamente popolare nel XIX secolo, quando la sua adattabilità e il suo potenziale interessantissimo venne notato e opportunamente sfruttato dall’Europa preindustriale fino agli Stati Uniti.
Così, da un tunnel per una ferrovia sperimentale nel 1867 a New York, ai coperchi delle macchine da cucire della Singer, dalle cappelliere ai sistemi costruttivi per abitazioni, passando anche per il nuovo mobilio, all’improvviso il compensato verrà utilizzato per costruire di tutto.

Come si realizza
Il procedimento per ottenere pannelli di legno compensato consiste nello “sfogliare” un tronco d’albero con un apposito tornio in grado di tagliare una sfoglia molto sottile di legno (solitamente da 1 a 3 mm di spessore), incollando poi questi fogli sovrapposti uno sull’altro in vari strati e in direzione incrociate nel senso delle venature (lasciando emergere le migliori sfoglie in superficie), si pressano e si rifilano per ottenere fogli di grandi dimensioni, di spessore uniforme e dalla grande stabilità e robustezza.
Da notare che in inglese il termine veneer (che indicherebbe la singola sfoglia di legno) ebbe a lungo il significato negativo che indicava il rivestimento esteriore usato per nobilitare un legno di scarso valore (una sorta di impiallacciatura), una maschera che nel corso dell’intero Ottocento era sinomino di falso.

Utilizzo
Proprio perché era un materiale particolarmente leggero e resistente, il compensato veniva ampiamente utilizzato nella produzione automobilistica e aeronautica.
L’ottimale orientamento delle venature, incrociate strato su strato, era perfetto per essere preformato nelle fusoliere di aereoplani, nelle carrozzerie e laddove servisse la realizzazione di forme complesse, robuste e leggere.

Tra i primi esempi il velivolo di Armand Deperdussin che nel 1912 lo usa per costruire una struttura interamente in legno compensato di piccolo spessore, priva di intelaiatura interna; quindi molto più leggera, più aerodinamica e, a parità di peso, molto più robusta di quanto si fosse mai costruito prima.

A seguito di questa innovazione costruttiva, il compensato fu utilizzato largamente per la costruzione di aerei da combattimento nella Seconda Guerra Mondiale al posto del poco metallo disponibile, ma, nonostante tali successi, alla fine della guerra, l’industria ritornò all’utilizzo del metallo, influenzata anche da questioni tecniche.

Negli anni Cinquanta il nuovo impiego del compensato si sposta dal settore industriale verso il fai da te, con modelli, piccole costruzioni o accessori di mobilio prodotti direttamente da soli in casa.

Infine, dopo un inevitabile periodo d’eclissi, ora il compensato è tornato in auge, complice la tecnologia del taglio laser, questi fogli multistrati ben decorati e preformati si ritrovano ormai ovunque: dagli espositori stabili per i supermercati, ai ripiani delle profumerie più prestigiose, fino agli arredamenti dei prodotti naturali o bio.

La bellezza e il calore del legno che si coniuga con la facile modellazione e l’incastro, rendono questi oggetti facilmente componibili in sede e senza viti; rimangono semplici da trasportare, leggerissimi e molto belli anche senza trattamenti protettivi o verniciature. Lo stesso laser che taglia i bordi in infinite forme, rifinisce, scurisce e si presta per la stampa di loghi e decori.

Oggi che la plastica sembra sia diventata il veleno del mondo, torna la fibra naturale a placare i nostri sensi di colpa verso un ambiente che sembra ribellarsi ai nostri sfregi.

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